Anno I

            (1999 - 2000)                                        

 

                
 
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BPA
Giuramento

 

IL B.P.A.

 

Il B.P.A. (Brevetto di Pilota di Aeroplano) rappresenta per l’Allievo Pilota appena entrato in Accademia la prova forse più importante e decisiva di tutto il suo iter nell’istituto: infatti, dopo circa due settimane dall’incorporamento, il super-pingue di turno viene inviato in quel di Latina, dove si trova il 70° Stormo dell’Aeronautica, per conseguire questo brevetto, primo di una lunga serie al termine della quale sta il tanto ambito B.P.M. (Brevetto di Pilota Militare), il quale segna la fine del cammino per così dire “istruzionale” e l’inizio della vita operativa.

È un momento decisivo, dicevo, in quanto un Allievo Pilota non è a tutti gli effetti tale finché non consegue il brevetto: se non riesce, infatti, a superare la selezione al volo, non può proseguire la sua permanenza in Accademia, ma viene dimesso d’autorità. È un momento anche importante per quanto riguarda il carattere del neo-Allievo: lì si vivono le prime difficoltà, lì ci si rende conto con rammarico che molti colleghi con i quali si aveva avuto modo di socializzare, di loro spontanea volontà o perché non adatti a proseguire l’iter istruzionale, abbandonano Latina, lì nascono amicizie che dureranno per gli anni a venire, lì si hanno le prime grandi soddisfazioni che la vita in azzurro può dare, come quella di poter volare in solista dopo appena 12 ore di volo doppio comando.

Il Corso Zodiaco IV ha affrontato il B.P.A. a partire dal 5 settembre del 1999, quando si è recato nell’Agro Pontino il 1° scaglione, fino a dicembre dello stesso anno, quando si sono brevettati gli ultimi zodiacali.

La selezione è stata dura: secondo i dati, di 104 allievi piloti inviati a Latina, gli effettivi brevettati sono stai 52, giusto la metà. Questo alto tasso di selezione è caratteristico di questa prima fase dell’addestramento al volo, nel corso della quale viene compiuta la “scrematura” più forte.

Il brevetto prevedeva 12 missioni istruzionali, divise in tre blocchi, più una missione “orientativa”, una missione di esame conclusivo e una missione solista. Le missioni istruzionali consistevano in manovre di difficoltà crescente, dal semplice volo livellato, alle virate, alle manovre acrobatiche, ai vari tipi di atterraggio; al termine di ogni “blocco”, di 4 missioni ciascuno, l’ultima missione ( la 4°, la 8° e la 12°) erano veri e propri esami, nei quali l’istruttore verificava se l’allievo aveva conseguito tutti i M.I.P. (Minimo Indice di Progresso) in varie voci riportate in un apposito statino, in modo da poter proseguire nell’iter. Diversamente, si doveva volare una missione check (controllo) iniziale; se anch’essa fosse risultata negativa, si sarebbe proseguito con una ulteriore missione istruzionale e poi con un esame check finale, non superando il quale si veniva dimessi dalla selezione al volo. La missione “orientativa” veniva volata con un Ufficiale del C.G.S., con il compito di verificare la standardizzazione delle procedure istruzionali. Alla fine vi era l’esame conclusivo, volato con un istruttore esaminatore, il quale verificava il raggiungimento dei M.I.P. di fine brevetto da parte dell’allievo. Se l’esaminatore dava il suo “placet” iniziava per l’allievo pilota una delle sue avventure più emozionanti: la prima missione solista. Riportare in poche parole cosa si prova trovandosi da soli a bordo di un aereo è impossibile: ognuno di noi conserva dentro di sé le sensazioni provate in quel volo.

Una volta atterrati dalla missione solista, ad attendere il neo-brevettato al parcheggio c’erano i simpatici colleghi, che sottolineavano sulla “carne” del pilotino la loro felicità perché un loro amico si era brevettato, e la piscina ben curata del Gruppo che accoglieva al suo interno il provetto Baracca. Ma è stato un bagno piacevolissimo, anche se la temperatura esterna non era proprio estiva: il B.P.A. era in tasca, l’aquiletta dorata sul petto e in Accademia gli scelti ci stavano aspettando!!!

 

 

Gigio